CASTELLO di ROMENA



I trascorsi etruschi del colle di Romena sono provati dall’origine del suo nome (Ormenna o Rumenna) e dal contesto dei vari toponimi del Casentino. Le prime fonti ufficiali che parlano di Romena si hanno intorno al 1008, anno in cui si ha notizia dell’esistenza di un castello sulla Romena, già munito di diverse torri e perciò abbastanza importante. Il castello di Romena è posto alla sommità (621m s.l.m.) dell’ultimo costone nordorientale del Pratomagno, immediatamente a ridosso del primo corso dell’Arno.



La struttura quadrangolare della fortificazione costruita dai Guidi era formata da ben tre cerchie murarie merlate, scandite a misura da una dozzina di torri piuttosto elevate, con camminamenti di ronda aggettati, sistemi scrupolosi di difesa e di avvistamento su ogni lato. Sul lato meridionale era presente un castelletto ad uso della guarnigione e dei servitori. Nell’arroccamento centrale invece era allocata l’abitazione del feudatario, munito di tre torri molto alte, mastio, dongione e cassero con tanto di ponte levatoio.
Assumendo poi per veritiero il leggendario soggiorno dell’esule e condannato Dante Alighieri nella Romena fra il 1303 e il 1306 come riparo offertogli dai Guidi, si racconta con enfasi che abbia ideato proprio in quell’occasione la conformazione architettonica a gironi dell’Inferno, grazie all’osservazione incantata di quella struttura.

PIEVE di ROMENA


Sotto il castello feudale di Romena, situata in vista di uno splendido panorama del Casentino, troviamo la Pieve di San Pietro che rappresenta un esempio di architettura romanica fra i più notevoli dell’intero territorio. La pieve, che si trova sulla Via Maior, fu eretta su un primitivo edificio sacro etrusco e romano. L’impianto romanico attuale risale al periodo della costruzione avvenuta intorno al 1152, sul lato sinistro si trova un campanile quadrangolare più antico della chiesa stessa.
L’interno è a tre navate separate da colonne con capitelli finemente decorati, di singolare espressività, tutti scolpiti da mani esperte, di probabile scuola lombarda o francese. La navata centrale è conclusa da un’abside semicircolare. Le finestre delle navate laterali e di quella maggiore sono collocate in modo asimmetrico e inondano di luce intensa tutta la chiesa.



Dal 1991, accando a questa splendida pieve è attiva la Fraternità di Romena. Da allora migliaia di persone - credenti, non credenti e "lontani"- si ritrovano attorno a un'antica chiesa sulle colline casentinesi: un originale "laboratorio" di accoglienza e di ricerca spirituale voluto da don Luigi Verdi, giovane sacerdote "senza collare".

 
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